Prefazione
Le Testimonianze dei Santi
Nella
sua lettera agli Ebrei, San Paolo si riferì alla realtà fisica come ad una
“copia e ombra” del regno celeste o spirituale (Eb. 8:5). La Bibbia chiarisce
che la vita non termina con la morte del corpo. In effetti, la maggior parte
delle religioni ha il concetto che l’anima di una persona continua dopo che il
suo corpo fisico è morto. Il luogo dove l’anima di una persona va a vivere è
determinato dalla qualità e dal carattere della sua vita sulla terra,
specialmente dalla qualità della fede e dalla profondità dell’amore.
Fino
ad oggi, i regni del cielo e dell’inferno sono stati divisi, separati dalle
stesse barriere di religione, nazionalità, razza e cultura che hanno diviso le
persone sulla terra. Questo perché le persone nell’aldilà continuano con gli
stessi pregiudizi e limitazioni che avevano sulla terra. Negli Ultimi Giorni,
tuttavia, quando Dio stabilisce il Suo Regno, ci deve essere unità nel cielo
così come sulla terra: “Il Signore sarà unico e unico il suo nome” (Zc.14:9) e
“Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà
per i secoli dei secoli” (Ap. 11:15).
Le
testimonianze che seguono descrivono come i leader di diverse religioni e confessioni,
e persino atei, stanno riunendosi nel cielo partecipando a conferenze per
studiare la verità di Dio e impegnarsi a sostenere la provvidenza di quest’era.
Si fanno umili davanti all’unico vero Dio e al lavoro di Gesù al Secondo
Avvento. I lettori possono intravedere il processo in corso, che sta unendo i
regni celesti.
Atti
2:17-21 rivela che negli ultimi giorni “Io effonderò del mio Spirito sopra ogni
carne e i vostri figli e le vostre figlie profeteranno……farò prodigi su nel
cielo e segni giù sulla terra”. Questo ci insegna che lo Spirito muoverà
persone dotate che hanno visioni del mondo spirituale, mostrando agli uomini
sulla terra le meraviglie del cielo. In un tempo in cui il conflitto religioso
sembra imperare, la visione delle forze del cielo che si riuniscono insieme con
una sola mente sotto l’unico Dio, Creatore del cielo e della terra, giunge come
un gradito messaggio di speranza.
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Questa
è soprattutto una testimonianza del lavoro di Gesù al Secondo Avvento di
Cristo. Il supremo sacrificio di Gesù sul Calvario e il sangue versato in
espiazione sulla croce ci assicurano la redenzione dei peccati. La resurrezione
di Gesù è stata la vittoria sulla morte, l’inferno, il peccato e la tomba per
tutta l’eternità. Su questo non ci sono discussioni. Tuttavia, pochi principi
della religione cristiana causano più divisioni delle dottrine riguardanti il
Secondo Avvento.
Tanti
pre-millenaristi credono che Cristo ritornerà “nell’aria” per radunare i fedeli
e mille anni dopo stabilire il suo Regno sulla terra. Altri, con una visione
post-millenarista credono che Cristo verrà solo dopo il regno millenario. Altri
ancora non accettano affatto l’idea di un Regno millenario. Nelle questioni di
escatologia, tanti fedeli cristiani hanno concordato nell’essere in disaccordo.
È
possibile che la nostra generazione sia quella destinata ad accogliere il
Secondo Avvento? Quando studiamo i “segni dei tempi” in Matteo 24, possiamo
riconoscere che si sono realizzati, uno ad uno, nel nostro tempo. In
particolare la profezia “Questo vangelo del regno poi sarà predicato in tutto
il mondo in testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”, si considera
comunemente realizzata durante il XX secolo.
Tanti
cristiani sono confortati dalla predizione di Matteo 24:30 secondo cui Gesù
ritornerà sulle nuvole. Tuttavia, anche al suo primo avvento c’erano quelli che
predicevano che Cristo sarebbe venuto sulle “nubi”, sulla base del capitolo 7
di Daniele. Naturalmente noi sappiamo che Gesù nacque sulla terra e non discese
volando giù dal cielo. Eppure si può ritenere che la profezia di Daniele si sia
realizzata all’avvento di Gesù se prendiamo le “nubi” in senso simbolico. Così
Giovanni 3:13 rivela che Gesù “discese dal cielo”. Ebrei 12:1 descrive una “nube
di testimoni”, l’aggregazione dei santi dell’Antico Testamento che speravano
nella loro ricompensa in Cristo. Giuda 14 allo stesso modo riporta la profezia
di Enoch che Gesù sarebbe venuto con “le sue sante miriadi”. Questa era la “nube”
spirituale su cui venne Gesù. Le stesse circostanze si verificheranno al
Secondo Avvento. “E le armate celesti che lo seguivano su bianchi cavalli erano
avvolte di bisso bianco splendente” (Ap. 19:14). Davvero la loro testimonianza
è contenuta nelle pagine che vi presentiamo.
Questa
è la loro testimonianza: che Cristo al Secondo Avvento nasce sulla terra,
proprio come Gesù alla sua prima venuta. Egli nasce sulla terra in modo da
poter realizzare la speranza della preghiera del Padre Nostro, “Venga il tuo
regno, sia fatta la tua volontà sulla terra”.
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Queste
testimonianze affermano che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, il Messia e il
Salvatore dell’umanità. Attraverso la sua morte sulla croce egli ha espiato i
nostri peccati e la sua resurrezione ci libera dalla morte e ci conduce al
potere della nuova vita. Egli siede alla destra di Dio e guida tutti i santi nel
Cielo. Tuttavia, se Gesù al Secondo Avvento lavora attraverso la persona da lui
consacrata, nata sulla terra, come accadrà questo? Esaminiamo il modello che
appare in altri “secondi avventi” di cui si ha documentazione.
Malachia
4:5 disse che Elia sarebbe ritornato. Così il popolo scelto anticipava il
ritorno della figura stessa di Elia, il profeta dell’antichità. Gesù, tuttavia,
disse che Giovanni Battista “è l’Elia che deve venire” (Mt. 11:14). Inoltre
l’angelo Gabriele aveva informato Zaccaria che suo figlio Giovanni era “nato
nello spirito e nella potenza di Elia” (Lc. 1:17). In questo è rivelato il
principio biblico dei secondi avventi. La missione è definita con il nome del
predecessore. Così la missione di Elia è
chiamata “Elia”. Giovanni Battista assume la missione di Elia ed è l’ “Elia”
che adempie la profezia di Malachia 4:5. La missione di Adamo fu assunta da un
altro “Adamo”, “l’ultimo Adamo” (1 Cor. 15:45).
Questa
testimonianza dei santi asserisce che Gesù ha consacrato il suo rappresentante
sulla terra per realizzare la missione del Secondo Avvento. In accordo ai
versetti dell’Apocalisse 2:17 e 19:12, egli ha un “nome nuovo” che non era
stato rivelato al tempo del Nuovo Testamento. Egli manifesterà opere più grandi
portando avanti la missione di Gesù che fu lasciata nel Getsemani tra il dolore
e le lacrime.
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Se
queste testimonianze sono vere e Gesù ha realmente nominato un’altra persona
per realizzare la missione del Secondo Avvento, allora come dovremmo vedere
questa nuova persona in relazione a Gesù? Poiché è stato nominato da Gesù,
sicuramente non sono rivali! Ciò nonostante è probabile che tanti cristiani lo riterranno
un Anticristo. Vale la pena considerare se questo giudizio viene da Dio o
dall'uomo. È un fallimento umano che le chiese siano rivali. Tuttavia, i santi
nel cielo testimoniano che Gesù e il Cristo al Secondo Avvento sono uniti.
In
Giovanni 9:28-29 alcuni ebrei rimproverarono un uomo cieco dalla nascita che
portò testimonianza a Gesù: “Allora lo ingiuriarono e dissero: Tu sei suo
discepolo, ma noi siamo discepoli di Mosè. Noi sappiamo che Dio ha parlato a
Mosè, costui invece non sappiamo di dove sia.” Giudicando Gesù e Mosè da un
punto di vista umano, li considerarono rivali.
Eppure
sul Monte della Trasfigurazione, Gesù è visto discutere con Mosè ed Elia: “Ed
ecco due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia che, apparsi con
gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi a Gerusalemme” (Lc.
9:30-32).
Mosè
portò la Legge, alla quale gli ebrei erano talmente devoti che diventò un
ostacolo per ricevere Gesù. Gesù portava una verità più alta – il Vangelo - e per questo molti ebrei non poterono credere
in lui. Nonostante ciò Mosè certamente riconobbe Gesù come il Messia, anche se
gli ebrei comuni non lo fecero. Mosè e Gesù avevano una sola mente e un solo
cuore quando Gesù partì alla volta di Gerusalemme per consumare la sua Passione.
In verità, la vittoria di Gesù sulla morte attraverso la croce e la
resurrezione fu anche la vittoria di Mosè.
Allo
stesso modo, questa testimonianza dei santi asserisce che non c’è nessuna
divisione fra Gesù e l’uomo che egli ha nominato per la missione del Secondo
Avvento. Essi lavorano insieme, Gesù in cielo e la persona del Secondo Avvento
sulla terra, per realizzare la volontà di Dio di “restaurare tutto” (Atti
3:21). Sono uniti nel cuore e nella mente per fare la volontà del Padre. La
loro lotta è una lotta comune; la loro sofferenza è una sofferenza comune; la
loro vittoria è una vittoria comune.
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Se
un’altra persona sta realizzando la missione del Secondo Avvento di Cristo,
come la chiameremo? Messia? Salvatore? Re dei Re? Questi sono alcuni dei suoi
appellativi biblici e i santi nel cielo, essendo cristiani fedeli, proclamano
così. Potrebbero fare altrimenti?
Quando
in Giovanni 10:33-35 Gesù fu accusato di farsi Dio, egli rispose citando il
Salmo 82: “Io dissi: voi siete dei, figli tutti dell’Altissimo”, paragonando la
sua divinità a quella che tutti sono destinati ad ereditare. Così la
consacrazione o termini come Messia, Salvatore e Re usati qui in riferimento al
Reverendo Moon non significano che le rivelazioni sostengono che il Rev. Moon è
Gesù o Dio. Il ruolo di Gesù come Salvatore e Messia non cambierà mai.
Ciò
che in effetti indicano è che Gesù ha consacrato il Reverendo Moon e sua moglie
come i Veri Genitori dell’umanità per completare il lavoro di restaurazione al
Secondo Avvento stabilendo vere famiglie come dimore di Dio. Come predisse
Gesù: “Chi crede in me, le opere che faccio io, le farà anche lui, anzi ne farà
delle maggiori” (Gv.14:12). Il racconto testimonia il valore e la posizione di
Gesù mentre allo stesso tempo mette in evidenza il ruolo cruciale svolto da
quelli che vivono sulla terra nel completare la provvidenza di Dio per
restaurare tutte le cose (Mt. 17:11).
Questo
si applica in particolare alla persona scelta da Gesù per realizzare la missione
del Secondo Avvento di Cristo. Quando i santi lo chiamano con il titolo di
Messia, Salvatore e Re dei re, non stanno in questo modo asserendo che egli
soppianta Gesù. La missione del Secondo Avvento è una provvidenza di salvezza
totalmente nuova.
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Prendete,
ad esempio, il termine “Salvatore”. Gesù è e rimarrà sempre il Salvatore, che è
morto sulla croce per redimere i nostri peccati. Tuttavia, 1 Pietro 1:5 afferma
che i cristiani sono “custoditi mediante la fede, per la salvezza pronta ad
essere rivelata nell’ultimo tempo”. La “salvezza che sarà rivelata nell’ultimo
tempo” non è la salvezza che Gesù ha portato attraverso la croce, la salvezza
che è già stata rivelata. È un’ulteriore salvezza che deve avvenire al Secondo
Avvento. In Ebrei 9:28 leggiamo: “Apparirà una seconda volta senza relazione al
peccato, per la salvezza di quelli che l’aspettano”. Perciò Cristo, al Secondo
Avvento può essere a buon diritto chiamato “salvatore”, per quello che deve
realizzare al Secondo Avvento. Ciò non toglie nulla al ruolo primario di Gesù
come Salvatore, per quello che egli ha realizzato attraverso la sua morte e
resurrezione.
La
testimonianza attribuisce alla persona del Secondo Avvento di Cristo anche il
titolo di “Re dei re”. In questo concorda con Apocalisse 19:16, dove “Re dei
re” è un titolo di Cristo al Secondo Avvento. I santi pertanto non stanno
asserendo che questa persona è Dio, anche se in 1 Tim. 6:15 il titolo di “Re
dei re” è usato per Dio. Gesù è il Re dei re in cielo, che siede alla destra di
Dio (Eb.1:3, Mt. 22:44), come fa in questa testimonianza. Ma Dio considera
anche il Suo rappresentante terreno al Secondo Avvento come il Re dei re sulla
terra.
Le
Scritture attestano ampiamente che Cristo al Secondo Avvento regnerà sulle nazioni
(Sl. 2, Is. 2:3, Ap. 11:15, 19:15). Questa testimonianza rivela gli inizi del
dominio universale di Cristo quando, per la prima volta, i leader delle
religioni del mondo riconoscono il suo ruolo di eletto. Rivela l’inizio di una
provvidenza che si concluderà felicemente con la realizzazione del regno
millenario di Cristo su tutta la terra.
La
missione del Secondo Avvento è la missione più gloriosa, e quella gloria deve
riversarsi sulla sua persona. Ciò nondimeno, mentre cammina sulla terra, la sua
gloria è nascosta, proprio come la gloria di Gesù era invisibile alle persone
del suo tempo. Quando un cieco lodò Gesù come il Figlio di Davide, i farisei
che lo udirono, dichiararono immediatamente che era posseduto dai demoni. (Mt.
12:23-24). Non è presumibile che questa proclamazione spirituale del Secondo
Avvento di Cristo sarà accolta con grida di “impostore” e “falso Cristo”?
La
venuta di Gesù sulla terra 2000 anni fa non rispondeva alle aspettative
dottrinali ebraiche. Nessuno andò da Gesù come naturale conclusione di nessuna
dottrina. Quelli che lo riconobbero lo fecero per le opere dello Spirito. Rispondendo
Simon Pietro disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!” E Gesù gli
disse: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché non la carne né il sangue te
l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli (Mt. 16:16-17). Sapendo
quanto era difficile per le persone del suo tempo riconoscere Gesù, incoraggiamo
il lettore a riflettere su questo messaggio del Secondo Avvento con una
profonda preghiera ed una mente aperta.
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Queste
testimonianze spirituali sono state trasmesse attraverso due persone scelte,
una che lavora in cielo e l’altra che riporta i messaggi alle persone sulla
terra. Il Dott. Sung Han Lee, che è passato nel mondo spirituale nel 1997, è noto
soprattutto per la sua critica e controproposta al Marxismo-Leninismo che fu
diffusa ampiamente in tutto il mondo durante l’era della guerra fredda.
Instancabile insegnante della verità di Dio, il Dott. Lee ha educato un infinità
di atei e credenti di varie religioni. Young Soon Kim ha la grazia del dono
dell’udito spirituale e della vista spirituale. Mentre è nello Spirito è in
grado di trascrivere il racconto del Dott. Lee perché le persone sulla terra possano
leggerlo.
La
lettera agli Ebrei descrive i santi dell’Antico Testamento come una “nube di
testimoni” in cielo, che circonda i cristiani e li incita a correre la loro
corsa, sul principio che quei santi celesti “non devono arrivare alla
perfezione senza di noi” sulla terra (Eb. 11:39-12:1). Allo stesso modo oggi i
santi ci stanno chiamando, descrivendoci l’attuale situazione dal punto di
vista vantaggioso del cielo. Ci stanno spronando a fare la nostra parte, in
modo che insieme potremo vedere l’alba del Regno di Dio, in cielo e sulla
terra.
Preparato
con la collaborazione di studiosi, pastori e teologi cristiani.
Le testimonianze che seguono descrivono come i leader di diverse religioni e confessioni, e persino atei, stanno riunendosi nel cielo partecipando a conferenze per studiare la verità di Dio e impegnarsi a sostenere la provvidenza di quest’era. Si fanno umili davanti all’unico vero Dio e al lavoro di Gesù al Secondo Avvento. I lettori possono intravedere il processo in corso, che sta unendo i regni celesti.
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